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24

i nemici della conoscenza

 

di Giuseppe Felici rossointoccabile

 

Il ribelle è, se mi permetti l'immagine, un essere umano che dà dei colpi contro le pareti del labirinto della storia.

E, se non sono un cattivo interprete, non è che vada realmente alle estremità cercando il cammino che lo porterà all'uscita.

No, il ribelle colpisce le pareti perché sa che il labirinto è una trappola, perché sa che non c'è uscita se non rompendo le pareti.

Subcomandante Marcos, presumibilmente

 

 

Sistema gramosiano

Si sveglia alla fine del viaggio. Le grosse stive sono piene di bozzoli crionici, perfetti per evitare ribellioni durante la traversata. I coperchi si stanno aprendo, con sbuffi di vapore dovuti alla differenza termica.

Non che fuori sia molto più caldo.

Accanto al bozzolo c'è una tuta spaziale. Usurata, da lavoro. Fuori dalla grande vetrata che attraversa l'intera stiva passeggeri lo spazio.

*Mi sa che non sentiremo più il caldo per molto tempo.*

 

K'Un Lun

La stanza è grande, per essere uno studio, e protetta poiché si trova nelle stanze private di Yu Ti.

Al suo interno, oltre al padrone di casa e all'onnipresente immortale maestro di arti marziali Lei Kung, pochi dignitari della città eterna e i quattro Figli della Tigre.

Lin Sun, cinese come gran parte dei presenti, dovrebbe essere quello più a suo agio qui, invece sta seduto in un angolo torvo.

Abe Brown un colossale nero che porta ancora i capelli in una imponente palla crespa, come se gli anni 70 non fossero mai trascorsi, cammina su e giù per la stanza sotto lo sguardo vigile del suo ospite.i

Robert Diamond sorseggia un liquido ambrato da un bicchiere e sembra l'unico a suo agio nella stanza. Lotus Shinkuko sta ritta immobile accanto alla porta, quasi fosse una statua.

Il silenzio si taglia col coltello ma tutti attendono che il padrone di casa inizi.

Lui, seduto, le braccia con i gomiti appoggiati sulla superficie di un tavolo e le mani unite per le punte delle dita li scruta pensoso.

- Raccontate tutto dal principio. Con la massima sintesi possibile. –

La voce sembra un tuono ed invece è poco più di un sussurro.

Una piccola esitazione poi Lotus si fa avanti ed inizia: - Ci stavamo allenando in palestra, la palestra del maestro Kee, anche se lui è morto da tempo.

Ad un certo punto è entrato un uomo molto grasso ...

 

In fondo al mare. Molto molto in fondo.

 

- Qual'è lo scopo del tuo ritorno, radioso ministro? -

Warlock tenta di stabilire una comunicazione, sa che gli arconti tentano di imbonire gli umani stabilendo rapporti benigni. Un do ut des, più o meno esplicito.

- Benvenuti alla luminosa presenza di Astaloth, figlio del figlio dell'unico, glorificato sia l'unico ogni giorno. Egli è il ministro di suo padre, cui l'arconte diede il controllo dei fondali. Adoratelo e adorate l'unico. -

Ha parlato un corpo femminile completamente bianco, nudo, come di porcellana, tranne che per due gambali d'armatura e un guanto a metà tra un guanto da realtà virtuale e la mano di Edward Manidiforbice senza lame. Dalla testa le spuntano dei grossi cavi rossi.

Warlock guarda i compagni. - Vi sembra disponibile al dialogo? -

- Certo! - urla Gamora, mentre salta e i due bracciali kree che indossa si trasformano in due lame monomolecolari che vanno a fendere il corpo del gigante in quattro parti quasi identiche per massa.

Il braccio destro del gigante percorre un arco quasi completo e la donna più pericolosa dell'universo lascia una voragine nel muro dalla parte opposta della colossale sala quando lo attraversa.

Le ferite iniziano a rimarginarsi ma l'acqua si è riempita di sangue e più d'uno dei semi-automi da segno di nervosismo.

Segni che tendono a sparire quasi immediatamente.

Namora colpisce il gigante che arretra di un passo (si fa per dire) e la manda a raggiungere Gamora attraverso la parete.

Darkoth trasforma il proprio braccio nell'artiglio sonico e lo colpisce con una scarica di suono concentrato, liquefacendo l'intera struttura cellulare del corpo del gigante il quale reagisce con una scarica ottica che disperde le nano-macchine che compongono il cyborg.

Il processo di rigenerazione cellulare dell'arconte è già a buon punto quando l'intera parete crolla sotto la sollecitazione telecinetica di Dragoluna seppellendo le due creature ma il feedback psichico della successiva sonda telepatica è sufficiente a farla svenire.

Le macerie vengono scagliate in tutte le direzioni e le due figure tornano più o meno al loro posto. Il processo di rigenerazione viene ancor più accelerato ma le creazioni biologiche cominciano a dare ancora segni di nervosismo.

La potente scarica rovente lanciata da Modred sembra fare effetto ma è presto costretto a proteggere se stesso e i compagni dall'attacco della moltitudine di creature senza mente. Alcuni, quelli più sensibili al sangue attaccano invece il gigante ferito. Cadono immediatamente senza vita.

 

Nuova Korbin

La flotta d'incursione è cospicua. Quasi 50 navi, ben armate e fortemente equipaggiate. Pensata, costruita ed adattata per incursioni veloci, mordi e fuggi nei centri abitati di media entità per rapire gente. Razziare. Non distruggere, oltre il necessario, per lo meno. La violenza insensata non è mai un obiettivo, se non nella narrativa di propaganda.

Alcuni portano la distruzione perché terribilmente pazzi. Il danno reale è relativamente limitato, ma fa scalpore, ci sconcerta e ci rende insicuri. Non sappiamo come interpretare le sue azioni.

Altri devastano perché così gli è stato ordinato. Ne ricordo uno che uccise oltre centomila persone in un paese che si era già arreso. Un suo compagno fece la stessa cosa appena due giorni dopo.

Era un avvertimento per il nemico della guerra successiva.

Un semplice esecutore. La banalità del male è la assoluta incapacità di pensiero indipendente.

Altri lo fanno perché ne traggono un profitto immediato.

Questo è il caso. Questa è una flotta di incursione di una compagnia di schiavisti.

Il suo obiettivo, già praticato su centinaia di altri mondi, è quello di atterrare, armi alla mano, rapire qualche migliaio di individui e rivenderli nei mercati sparsi per il cosmo.

Come già detto, questo sistema è ben collaudato. Ha già funzionato più e più volte.

Proprio per questo, quando le navi stanno entrando nell'atmosfera, in traiettoria utile per atterrare accanto ad uno dei villaggi più piccoli dell'unica zona abitata del pianeta, i razziatori sono già ragionevolmente sicuri della loro azione.

Un mondo di recente colonizzazione, senza difese satellitari, costituito per lo più di piccoli centri relativamente distanziati e con la carcassa dell'unica nave ormai sostanzialmente smontata.

Questo mondo di chiama Korbinii, il secondo del suo nome.

Il suo livello tecnologico è tale che un loro cyborg è riuscito a sconfiggere il dio del tuono di un oscuro e ormai semi abbandonato culto terrestre, noto in gran parte del gruppo locale per la sua intraprendenza. Il suo nome è Thor (il nome dello sconfitto, intendo). Chi lo conosce lo teme, alquanto. Anche alcune entità ne sono intimorite. Ma il loro cyborg lo ha battuto.

Quando il sistema difensivo della piccola comunità entra in funzione 10 navi svaniscono in una nuvola di fiamme (svaniscono per modo di dire. Quando un velivolo esplode, per quanto violenta sia l'esplosione, resta sempre una carcassa sostanzialmente integra). Le altre, più o meno danneggiate invertono la rotta e fuggono, inseguite da un intenso sbarramento di fuoco.

 

K'Un Lun

La guardia infettata dall'entità aliena è sedata, legata con una specie di camicia di forza, in una cella imbottita. Ha cercato di uccidersi una dozzina di volte. Per fortuna era guardata a vista.

Si trovano nella stanza, al momento il prigioniero è collaborativo.

- Racconta ancora una volta cosa hai provato nella sala da pranzo. -

- Non so cosa vogliate sapere. Come ho già detto più volte non c'è niente che possa dirvi. Eravamo tutti nella sala, non era molto chiaro il perché di quel banchetto, ma non sta a me discutere le decisioni dei signori della città.

Non abbiamo mai ceduto alle mollezze della democrazia, qui.

Ad un certo punto sono arrivati questi stranieri, che non mi sembra di aver mai conosciuto. Poi non ricordo nulla. -

Lin Sun è misurato, apparentemente indifferente alla frustrazione che pervade i presenti, ma un attento osservatore noterebbe i muscoli contratti, l'innaturale immobilità.

La sua mente è attiva e affilata, però.

- Cosa provavi in quei momenti? Sii specifico, per una volta le necessità dell'inchiesta mettono il disagio in maggior conto della soddisfazione. –

- Non posso dire che fosse disagio. Certo, ero stato convocato a sorpresa, per un compito non previsto, mentre stavo preparando qualcosa di importante, che adesso però non ricordo... strano... ma è il mio compito, in fondo, inoltre una volta che mi sono trovato nella sala con tutta l'élite della città il fastidio è stato sostituito da una sorta di esaltazione. Avevo l'occasione di mostrare a tutti, o al peggio ad alcuni, dei presenti un grado di consapevolezza ulteriore al quale mi sono da poco avvicinato. Vorrei potervelo spiegare a parole, almeno, ma non riescono ad uscirmi di bocca. -

La guardia ammutolisce. Il tormento sul suo volto diventa più evidente.

Yu-Ti fa un cenno e tutti escono dalla stanza.

Nella sala accanto due maghi stanno soffrendo visibilmente, completamente concentrati.

Nell'ambiente successivo finalmente si può parlare.

Il signore di K'Un Lun è meditativo, ma non indulge nel silenzio.

- È incredibile. Sembra quasi normale, eppure serve la concentrazione di due maghi, costante e totale, per tenere a bada la creatura che vive dentro di lui quel tanto che basta ad impedire che si uccida mordendosi la lingua. E non abbiamo un solo indizio in più. Anche se la presenza di dei stranieri non è gradita in questa città quasi vorrei che almeno il Signore del Buon Auspicio fosse entrato con voi. Magari non con la Madre della Distruzione, che è per lo più un'ospite scomoda. Se loro vi hanno scortati fin qui è perché sanno ben più di noi di questa faccenda.

Però le vie degli dei sono spesso misteriose e complesse. E raramente sono comode per i mortali.-

- Sarebbe più utile, temo, fare un'analisi più approfondita della sua mente. Se solo avessimo un telepate... - Sul volto di Bob Diamond la preoccupazione è evidente.

 

In fondo al mare. Molto molto in fondo.

Warlock osserva l'azione da lontano, sonda con attenzione tutte le energie coinvolte. Poi parla in un comunicatore che sta alla radio come la telepatia sta alla parola.

- Trae energia da quello che chiama la nostra anima. Comunque vada gli attacchi da lontano sembrano leggermente più incisivi di quelli ravvicinati. Drax? Manovra uno. Livello di potere Thanos, forse anche qualcosa di più. Tutti gli altri il più lontano possibile. Ho bisogno di tempo. -

Dalle macerie del muro sbuca una scia velocissima striata di verde oro e porpora che investe il gigante spezzando in due ogni osso del suo corpo.

L'arconte scaglia via con un manrovescio l'aggressore ma Drax arresta il suo percorse in pochi metri e riparte a supervelocità contro l'avversario, ne schiva il colpo d'incontro e lo tempesta di pugni. Il mutaforma grida di dolore.

- Due corpi un solo essere, una perversione della natura duale degli eoni e degli arconti superiori. Per fortuna la forma instabile non sembra avere capacità offensive rilevanti. - Warlock non perde una mossa della battaglia, mentre concentra le sue energie.

Il gigante distrugge una intera parete con una scarica energetica, che Drax schiva.

Lancia dalle mani un fascio concentrato di energia cosmica che brucia la carne dell'arconte ma il moncone del braccio superstite lo centra in pieno, sbalzandolo semisvenuto a chilometri di distanza.

 

Ancora più che altro in giro per la galassia

L'uomoiii cammina nel vicolo. Il quartiere è malfamato e lui è elegantemente vestito e molto debole, almeno a giudicare dal fisico esileiv.

Sarebbe un ottimo bersaglio per eventuali borseggiatori.

Ma i piccoli criminali, costretti al furto più dalla fame e dalla disperazione che da qualche fantasiosa specifica tendenza, non sono quasi più presenti in zona. Li ha assunti e destinati ad altre, più redditizie, mansioni.

In ogni caso, difficilmente potrebbero avvicinarglisi oltrepassando i suoi accompagnatori.

Il primo è un colosso dalla pelle scabrosa di color giallo aranciov. Incute timore, soprattutto in questo completo da gorilla dei film. Timore più che motivato, malgrado il suo animo sostanzialmente gentile.

L'altro è, se possibile, ancora più inquietante.

Esemplari di questa specie sono sparsi qua e la per il multiverso. Essi incutono timore sia a chi li conosce che a chi non li conosce.

Caratteristica principale è quella di attaccare tutto ciò che si muove, ogni organismo, vivente o non vivente.

La lunga testa nerastra e liscia è apparentemente priva di occhi.

Ogni articolazione termina in una lama chitinosa, come chitinoso è l'esoscheletro che ne ricopre il corpo.

Mani e piedi terminano in affilatissimi artigli e la lunga coda sembra ricoperta di lame in grado di affettare un uomo.

Il tutto stride con la divisa da lavorovi che copre il suo corpo.

Quando Arton, xartanvii esule e componente l'equipaggio della Yamato, ha assunto quella forma i suoi due compagni hanno protestato. Stava effettivamente esagerando.

La creatura, probabilmente è un'arma bioingegneristica progettata chissà quanti millenni fa in chissà quale universo. È poco conosciuta in questo, ma coloro che possono dire di esserle sopravvissuti noterebbero immediatamente l'incongruenza.

Come lo xartan ha fatto notare, coloro che possono sopravvivere ad una creatura del genere hanno di meglio da fare che aggirarsi nei bassifondi di un mondo di merda come quello.

I tre vanno ad un appuntamento.

Un grosso commerciante consegnerà loro una partita in territorio neutrale.

Carne. Viva. Intelligente. Schiavi.

L'universo che alcuni si ostinano a definire civile ne è affamato.

Più versatili della quasi totalità degli androidi. Richiedono meno manutenzione. Sono meno avvezzi a ribellarsi e più facile da controllare.

È più facile metterli l'uno contro l'altroviii

I tre si affrettano, il luogo è neutrale, ma un'occhiatina prima dell'incontro non guasterà.

 

K'Un Lun

- La telepatia non è fra le tecniche in cui eccellono gli abitanti della città, ma è una tecnica di cui bisogna conoscere le basi nello studio della magia, quindi i nostri maghi, seppur in linea del tutto teorica, sono dei telepati di basso livello.

Qui abbiamo l'adepto più dotato, che può tentare un'analisi superficiale del nostro soggetto. Corro questo rischio solo perché la fretta potrebbe essere importante in questo caso, perché ci sono due maghi pronti a neutralizzare anche questo uomo e perché voi sembrate in grado di percepire questa creatura, in qualche modo, e potete quindi avvertirci se cercherà di sfruttare il canale psichico per passare da un ospite all'altro. Non esitate a dare l'allarme. -

Il telepate si concentra e presto entra in contatto con il prigioniero.

- Percepisco molta confusione ma non c'è un'altra mente qui dentro. Non nel senso in cui la definiamo noi, almeno. Sento un'eccitazione quasi estatica all'idea di cessare, di passare a un piano della vita più pieno, a farlo nella maniera più eclatante e condivisa possibile. Gioia all'idea di morire portando con se più persone possibili. Che sensazione straordinaria che sarebbe, piombare in un aldilà di estasi infinita, in comunione costante con l'abitatore di quel regno. Un sentimento che non può essere vissuto in solitudine, che non può essere posseduto, che non lascia spazio all'egoismo. Va condiviso. -

I quattro Figli della Tigre scattano quasi all'unisono ma è Abe Brown il più veloce. Urla - Attenzione. - non appena percepisce l'ombra che inizia a separarsi dalla guardia avvicinandosi al mago.

Questi è senza fiato, scoppia in singhiozzi irrefrenabili per ciò che ha visto nella mente dell'altro.

- Il drago. L'obiettivo è il drago. - Riesce a dire, tra un singhiozzo e l'altro.

 

In fondo al mare. Molto molto in fondo.

Adam Warlock si fa avanti. Dalla gemma che porta sulla fronte esce un bagliore che circonda lui e il doppio corpo del suo avversario e prende la forma di un grande ellissoide verde.

Quando la parete cade, oltre un'ora dopo, tutto attorno non c'è più un solo corpo delle creature dell'arconte e la stessa colossale fortezza altro non è che macerie.

Fa due passi e richiude la barriera che le isola da ogni energia possano trarre da ciò che loro chiamano anima attorno alle due forme immobili che ha davanti. Poi sviene.

 

Spazio vicino Gramos. Un po' fuori dallo spaziotempo einsteiniano.

Vicolo cieco. Di ritorno dall'ennesimo turno di un lavoro apparentemente senza senso, Romogok si perde nella peggior specie di depressione. La precisa, puntuale sensazione di essersi arenato.

Dopo un massacrante turno su un asteroide non molto più grande di 10 campi da calcioix ma con una gravità di non molto inferiore a quella del suo mondo d'origine. Turno che è consistito, come del resto quelli precedenti, nello spalare terra e rocce da attorno a un colossale cristallo. Rosso, a giudicare dalla poca luce che arriva fin li e dalla ancora meno che emettono le lampade dei caschi.

Fa freddo, nella tuta spaziale, non importa quanto sia potente l'impianto di riscaldamento (che comunque non è potente), il lavoro è apparentemente privo di senso, a meno che non vogliano scavare via l'intero asteroide.

Per ora hanno scavato una specie di pozzo, di forse ottanta metri e largo sul fondo al massimo 10.

La sua missione, che poi consiste nel tracciare le rotte del mercato degli schiavi, non ha alcuna possibilità di proseguire, in quanto sembra impossibile che qui qualcuno decida di venderlo.

Semplicemente, li hanno abbandonati sull'asteroide. Ad intervalli regolari piccole navicelle robotizzate lasciano loro cibo e istruzioni.

Fine. Nessuno da corrompere, nessuno a cui ribellarsi. Nessuno.

Si, decisamente un vicolo cieco.

 

K'Un Lun

Calcio, calcio, schivata, pugno, torsione. La creatura oscura viene strappata dal corpo ospite e esposta alla luce. Si dissolve con un urlo psichico terribile. È stato evidente fin dal primo scontro a cosa serviva l'anello con inciso l'uncino, altro dono di Ganesh. Le vittime cadono invariabilmente a terra svenute. Rimangono svenute per molto tempo e raramente hanno ricordi frammentari dell'esperienza. Ricordano un'estasi irrefrenabile e un senso di comunione irriducibile a parole. Nient'altro.

Schivata, calcio, pugno, pugno, torsione.

Bob Diamond si muove in maniera quasi automatica, non ricorda più da quanto è di turno a protezione del drago. Non sa neppure perché dovrebbe proteggere quella creatura.

All'inizio pensavano fosse una precauzione inutile, poi sono arrivati pochi cittadini sparsi ma ora che l'infezione è più diffusa la battaglia è costante e non sembra avere fine.

Sono sotto attacco da uno dei regni dell'ombra. Uno di quei regni in cui buio, freddo e disperazione esauriscono le possibilità. Non sanno quale, non sanno neppure qual è lo scopo di questo attacco. Sanno solo che riguarda il drago.

Calcio, calcio, schivata, pugno, torsione.

 

Atlantide

Se questo fosse un film d'avventura adesso troveremmo i personaggi nella sala del trono. La regina Namora, nei suoi abiti più sfarzosi, carica di tonnellate di monili d'oro e gemme guarderebbe fiera i sei eroi che sfilano nella sala tra ali di folla esultante. Arriverebbero davanti a lei che dopo un discorso altisonante li ricompenserebbe con la più alta onorificenza del regno. Bella festa, tutti a casa.

Sono invece giorni che sono chiusi in questo studio, lei, due consiglieri, Wundarr ed Arthur Douglas, a mettere a punto un complicato contratto di collaborazione tra la Fondazione Scientifica e l'Impero.

Arthur guarda un orologio atlantideo su una mensola, poi si rivolge ala sovrana.

- Prendiamoci una pausa. Le mostrerò una cosa che faccio quando voglio rilassarmi. -

 

La stella d’oro

La stella d'oro è il classico posto dove andare se si vuole scoprire cosa succede ai sistemi economici troppo specializzati.

Questo un tempo era il centro galattico del commercio di schiavi.

Astronavi da terre lontane compivano viaggi anche lunghi per partecipare alle aste che qui si sono tenute.

Qui, un tempo, è stata bandita un'asta in cui si vendevano dei. Gli esemplari migliori di un'intera specie di guerrieri.

In conseguenza di ciò il pianeta è stato devastato.

L'alleanza fra Sssthx e Vrelnexianixi che dominava questo mondo sgominata e cacciata.

Malgrado ciò, questo mondo, che si sta lentamente riprendendo, resta una piazza del mercato di schiavi. Una piazza di quarta categoria, nessuno si sognerebbe più di piazzare qui della merce di buona qualità, a meno di essere disperato.

Il piccolo drappello di kree senza divisaxii striscia nella notte.

Con loro alcuni centurii e svariati altri appartenenti ad altre specie.

Questi ultimi si fermano all'esterno.

Li hanno condotti li, ora si limiteranno a controllare il perimetro.

Il manipolo kree si dispone a ventaglio.

Due si portano ai lati dell'ingresso, mentre gli altri si appostano nei dintorni, dietro l'angolo, coperti dai bidoni dell'immondizia, appostati sotto i veicoli (sotto, si fa per dire).

Ar-Lo cammina verso la porta, le armi nel fodero, il piccolo esoscheletro nascosto dall'ampio mantello (e da opportuni congegni di occultamentoxiii).

Bussa. Tre colpi rapidi, due leggeri e uno forte. *Mi sento ridicolo*.

Passano un paio di minuti pressoché infiniti.

- Che vuoi? - La creatura, per lo meno quello che se ne vede, è ributtante. O meglio, lo sarebbe se non fossero tutti, da tutta la loro vita, abituati a vivere tra migliaia di specie, le più disparate.

Comunque la creatura è ripugnantexiv, rossa, butterata di chiazza nere, di una consistenza che sembra quasi spugnosa.

- Mi dicono che qui avete della merce interessante. -

- E chi te lo dice? Io non ti conosco. -

- Il Verde, me lo ha detto. Non dirmi che non conosci neppure il Verde. -

- Possibile. Ma anche se fosse, mancano più di due ore, all'asta. -

- Beh, due ore sono tante, da passare qui fuori. Non è certo un bel quartierino. Sarebbe un peccato se i miei soldi se li beccasse qualche borseggiatore, invece che voi. Puoi farmi entrare, ci sarà pure un posto in cui aspettare, li dentro. -

- Visto che sei da solo posso anche farti entrare. Vedi di non fare il furbo, però. Qui l'attesa è noiosa e ci manca il quinto per fare una partita come si deve, ma ti teniamo d'occhio. -

Se aprendo una porta vi trovaste due pistole spianate in faccia, come reagireste? La creatura, la cui scarsa intelligenza è già ampiamente dimostrata, prova a reagire. Visto che oltre che stupida è anche (si fa per dire) fortunata invece di prendersi un paio di scariche di laser viene spinto dalla piena potenza dell'esoscheletro di Ar-lo contro la parete in fondo, e attraverso di essa.

Prima che i suoi tre compagni possano anche solo alzarsi, i kree si sono già proiettati all'interno. La seconda creatura è meno fortunata, una serie di lacci auto-stringenti la raggiungono attorno al collo, per sua sfortuna è un organo vitale per la sua specie.

Crolla presto a terra. Così come il terzo sgherro, fulminato da un raggio rosso-arancio che squarcia la penombra. Il quarto viene scagliato a terra da una scarica, striscia il volto contro il pavimento per qualche metro, il suo scudo personale resiste quel tanto che basta a mantenerlo in vita. Non cosciente, ovviamente.

Il commando si precipita all'interno, senza abbassare la guardia. La porta del braccio di detenzione è robusta, capace di resistere per ore a qualsiasi tentativo di forzarla. A prova di esplosivo, repellente all'energia, quasi priva di frizione. Un lascito dell'antico splendore della stella d'oro.

La ragazza dai capelli rossi entra, sta bassa, è guardinga. Non rischia inutilmente. Guarda la porta per alcuni istanti, come se la stesse studiando. I componenti metallici iniziano a staccarsi, a volteggiare attorno, come pianeti in orbite eccentriche attorno a un sole umanoide. Della porta, costruita per resistere alla forza di specie in grado di muoversi agevolmente nella gravità di Giove, per resistere al calore del laser più potente, non resta nulla. Con un clangore che dura minuti interi le sue componenti cadono a terra.

- Sembra che qui non resti altro da fare per me. - La donna si gira e se ne va, apparentemente attraverso uno dei muri. Quando arriva dall'altra parte, toglie il travestimento e la parrucca e indossa nuovamente i suoi abiti.

Il commando penetra nel braccio. Nelle celle spoglie, rottami umanixv si ammassano contro la parete, desiderando l'invisibilità.

I loro liberatori esitano, alla loro vista. Sarà difficile convincerli che l'incubo è finito.

 

K'Un Lun

Il mago si appresta a leggere l'ennesima mente, dove sa già che non troverà traccia alcuna, solo estasi residua e zuccherosa. Esplora poi si sconnette, perplesso.

- Credo lo vogliano liberare... -

 

Da qualche parte sull'Oceano

Namora regge il lembo di una colossale rete, fatta con una non meglio specificata nanolega aliena. Tecnologia rigelliana autoadattante le è sembrato di sentir dire da qualcuno. Qualsiasi cosa voglia dire.

Agli altri lembi ci sono Drax, così lontano che è quasi impossibile vederlo, un puntolino quasi invisibile, e due robot, che i Guardiani chiamano, con un'espressione divertita, Jake e Elwood.

Lei è tornata in vita da poco tempo, non sa chi siano questi Jake e Elwood ma è chiaro che il nome sia un riferimento, una citazione.

Dai rapporti che ha letto, che è stata costretta a leggere da quando ha assunto il duro manto della sovranità, sa che sono due superadattoidi. Forse le macchine più pericolose del pianeta strano e complesso su cui si è risvegliata.

Sotto di loro, esattamente equidistante dai quattro angoli, ritto su una montagna di spazzatura, un uomo con capelli lunghi e barba castani interamente vestito di bianco è intensamente concentrato già da qualche minuto.

In lontananza si vede una nave. È carica di giornalisti. Siamo qui per una dimostrazione.

La montagna di spazzatura non ha una dimensione casuale. È l'esatta quantità cui Acquario può annullare l'inerzia senza eccessivo sforzo.

Quando l'uomo in bianco è pronto, l'altro che levita sopra tutti loro, anche lui con capelli lunghi e barba, lancia un messaggio telepatico a tutti. *Ora*

I quattro tirano i lembi della colossale rete aliena e l'immensa quantità di immondizia, la cui massa non fa più resistenza, si alza facilmente nel cielo.

È una quantità minima, ma questa è solo una dimostrazione.

La Fondazione Scientifica si assume il colossale compito di rimuovere l'intera isola galleggiante il Great Garbage Patch Pacifico, 8.095.000 m2 di superfice, 20.240 tonnellate, in gran parte plastica, pericolosa e riciclabile, (i piccoli robot che eseguiranno effettivamente il grosso del compito sono già operativi pochi minuti dopo che la rete si è alzata in cielo) ed in cambio non chiede altro che la spazzatura.

Namora sente un brivido correrle sulla schiena.

*Cosa sto facendo?* si chiede.

 

Seguimos en combate

 

 

iNon chiedeteci come è possibile accorgersi dello sguardo vigile di un tizio che va in giro con un sacchetto sulla testa. Le arti marziali affinano la percezione.

iiIl primo Korbin si trovava in quella che viene comunemente chiamata “La galassia bruciante”. I korbiniti erano gli abitanti di un “pacifico” impero planetario. Molti dei pianeti che dominavano sono stati distrutti in un cataclisma galattico causato da Surtur. I sopravvissuti hanno lasciato ciò che restava delle loro case a bordo di una flotta di astronavi e nella loro ricerca di una nuova casa sono passati anche dalla Terra. Qui il loro “protettore”, Beta Ray Bill, un cyborg bio-ingegneristico alterato magicamente, ha sconfitto Thor in un'epica battaglia. I korbiniti vivono ora in un nuovo mondo, da qualche parte nella nostra galassia. Sono pochi milioni. Il tipo fisico è semi-umanoide, due occhi, quattro dita per mano, con il pollice opponibile. Il colore della pelle è arancio chiaro. Non si sa se ci sono, al loro interno, differenze di pigmentazione. La tecnologia è sensibilmente più avanzata di quella terreste. Posseggono astronavi capaci di volo interstellare, avanzata ingegneria genetica e computer senzienti.

iiiMaledetto etnocentrismo. Tanto per capirci l'individuo di questa specie coinvolto solo indirettamente nel processo riproduttivo.

iv K'till è un deonista, anche se questo termine ha ormai assunto un significato più ristretto, designando la élite tecnocratica che domina il pianeta. I pochi oppositori preferiscono farsi chiamare debeboliani, dal nome della loro stella. Deo, il loro pianeta d'origine, era un tempo il centro religioso di una confederazione di pianeti, sostanzialmente distrutta da un'armata di astronavi aliene. L'”uno sopra tutti” che provvedeva al rifornimento energetico del pianeta costruì un sistema difensivo colossale, denominato “muro tra i mondi” ma un'impresa di tale portata gli fu fatale. Da allora i deonisti catturarono altri dei per soddisfare il colossale fabbisogno energetico delle loro macchine. Questo isolamento, però, ha causato la diminuzione sistematica della popolazione, che dovrebbe aggirarsi, al giorno d'oggi, sui duecento individui. La popolazione è di tipo umanoide, la colorazione dell'epidermide è più chiara di quella degli umani. Il loro governo è di tipo teocratico, anche se ormai potremmo definirlo, più propriamente una tecnocrazia, poiché è in funzione delle loro macchine che vivono. La loro tecnologia è sostanzialmente più avanzata di quella terrestre, e di gran parte delle specie conosciute, ma è ferma e stagnante da secoli.

v Pargo è un tauriano. Il pianeta Taur, nel sistema stellare Jensen, è stato divorato da Galactus. I pochi che sono riusciti a scappare hanno, in seguito, avuto una spiacevole avventura con Ego. I pochi individui che sono ancora in giro per il cosmo, l'uno all'insaputa dell'altro, si limitano a vivacchiare. Essendosi evoluti per adattarsi all'alta gravità di Taur, il loro corpo è enormemente forte e resistente (si ipotizza che la loro forza sia di livello “Thor”). Semi-invulnerabili, sono in grado di sopravvivere per brevi periodi nel vuoto dello spazio. Alti e massicci, con la spessa pelle di colore arancio, sono semi-umanoidi, con due occhi, cinque dita per mano (ma i piedi, più massicci per via della gravità, ne hanno tre). Il loro tecnologico era di poco superiore a quello terreste, con astronavi relativamente primitive. Lo sviluppo sociale, invece, era abbastanza evoluito, al livello di una democrazia planetaria.

vi Volgarmente detta “mimetica”

vii In realtà questo tizio è uno xartan. Gli Xartan vivono sul pianeta Xarta, sistema solare di Zugano, nella galassia Fornace. Gli xartan, che nella loro forma “neutra” sono sostanzialmente umanoidi, con la pelle arancio e le orecchie a punta, sono dei mutaforma, in grado di assumere, con l'aspetto, anche le caratteristiche della creatura che imitano, superpoteri compresi. La loro tecnologia è piuttosto avanzata e hanno creato una dittatura militare estesa a numerosi pianeti della loro galassia, più qualche avamposto al di fuori. Sulla Terra, i pochi statunitensi che li conoscono li hanno chiamati “Uomini Carta Carbone”. Siate tolleranti, non si può pretendere più di tanto.

viii Ricordate? “Divide et impera”

ixAvete presente? Uno sport terrestre, particolarmente apprezzato nei due continenti denominati, dai terrestri, Europa e Sud-America. Apprezzato malgrado il fatto che sia pacchianamente evidente che è una colossale montatura.

x Gli Sssth sono una specie rettiloide. Sono originari di Sszardil, che gira attorno a Sslirteep. Il loro sistema di governo è una dittatura, ma operano, a livello interstellare, assieme ai Vrellnexiani, in una sorta di alleanza militar-commerciale specializzata nella razzia e vendita di schiavi. Questa alleanza è piuttosto indebolita da quando il controllo della “Stella d'oro” gli è stato sottratto dagli dei asgardiani.

xi Vedi la nota precedente. I vrellnexiani sono una specie insettoide. Vengono da Vrelnex, che orbita attorno a Cetsin. Sono una specie bipede, con due paia di braccia. Notevolmente diversificati a seconda del ruolo “sociale” hanno una pigmentazione sostanzialmente rossa. La loro organizzazione sociale è del tipo alveare. Posseggono navi spaziali notevolmente evolute, capaci di salto interdimenzionale.

xii sono sempre doppiamente pericolosi i kree senza divisa

xiii Nelle società tecnologiche è sempre più difficile sfuggire alla sorveglianza.

xiv Non dimentichamoci che i kree vengono addestrati allo sciovinismo.

xv Insomma, ci capiamo, vero?